Il Pantheon e la leggenda dell’oculo attraverso cui non piove

Il Pantheon

 

è uno degli edifici più importanti dell’antica Roma, ed è uno dei monumenti più visitati al mondo. Ma perché il Pantheon è così importante? Spoiler: non solo per la sua notevole bellezza!

 

pantheon

 

L’etimologia della parola Pantheon deriva dal greco, e vuol dire “tempio di tutti gli dei”, che in latino divenne Pantheum, e proprio da questa parola si può intuire quale fosse lo scopo originario dell’edificio: un tempio dove venerare tutti gli dei, del passato, del presente e del futuro. Dalla successiva traduzione di Plinio il vecchio, ne deriva l’attuale parola in lingua italiana, Pantheon.

Si trova nel rione Pigna, nel centro storico di Roma, e fu fondato inizialmente da Marco Agrippa, genero di Augusto. Agrippa lo dedicò alla dea Cibele, la Grande Madre, dea della natura, degli animali e dei luoghi selvatici. Tuttavia, non è da escludere che il nome derivi non propriamente dal fatto che il tempio fosse un omaggio a tutti gli dei, quanto dalla presenza di numerose statue di diverse divinità presenti lungo le pareti dell’edificio. Ad ogni modo, che Agrippa ne fu il fondatore, è certo. E lo si intuisce anche dall’iscrizione presente sul frontone: “Marcus Agrippa, Lucii filius, consul tertium fecit”, che significa “Lo costruì Marco Agrippa, figlio di Lucio, console per la terza volta”.

Ma l’attuale Pantheon, non è l’edificio originario fatto costruire da Agrippa. Infatti, dopo gli incendi che si susseguirono tra l’80 e il 110 d.C. l’edificio ne risultò assai danneggiato, e proprio per l’importanza che già allora aveva, l’imperatore Adriano lo fece ricostruire, probabilmente tra il 112 ed il 124 d.C.

Gli abitanti dell’antica roma lo chiamavano “la Rotonda”, per la forma circolare della struttura, antistante ad un pronao di colonne corinzie. Proprio per questa peculiarità, la piazza e la via adiacente, sono rispettivamente Piazza della Rotonda e via della Rotonda.

 

La storia

Il primo Pantheon, come abbiamo detto poco fa, venne fatto edificare da Agrippa, tra il 25 e il 27 a.C., per mano di Lucio Cocceio Aucto. Distrutto nell’80 d.C., subì una ristrutturazione sotto Domiziano, per poi essere nuovamente danneggiato durante l’impero di Traiano, nel 110 d.C.

Sotto l’Impero di Adriano venne ricostruito, indicativamente tra il 112 e il 124 d.C. Secondo alcune fonti, il progetto di ricostruzione si attribuirebbe all’architetto Apollodoro da Damasco. Successivamente, l’edificio subì altre numerose ristrutturazioni minori, da Antonino Pio a Settimio Severo. Durante il Medioevo l’edificio non subì gravi danni, soprattutto in relazione al fatto che pochi secoli prima, l’imperatore bizantino Foca lo diede in dono a papa Bonifacio IV, che ne fece una chiesa cristiana: “Sancta Maria ad Martyres”, in onore dei martiri sepolti nelle catacombe sotterranee del Pantheon.

La struttura

Il Pantheon adrianeo, cioè quello che conosciamo oggi, ha un pronao che si erge su cinque gradini, poiché fu innalzato a 1,32 m sul livello della piazza. Le tre navate sono divise da un totale di 16 colonne in granito, quella centrale conduce all’ingresso, mentre le altre due laterali terminano con delle nicchie che dovevano ospitare rispettivamente le statue di Augusto e Agrippa.

Tramite un avancorpo in mattoni, e sorretto da due pilastri consistenti, si accede all’interno del Pantheon, dove si erge la meravigliosa cupola, ad oggi la più grande del mondo (senza tenere conto del CNIT di Parigi, il quale però ha una volta a crociera, diversa dal Pantheon). Con i suoi 43,44 m di diametro, la cupola è l’elemento che più ha influenzato le successive costruzioni nelle chiese in Europa e nel Mediterraneo. Le decorazioni sono costituite da cinque ordini di ventotto cassettoni ciascuno, in misura decrescente. In cima è presente l’oculo, da 9 m di diametro. L’estremità della cupola venne lasciata aperta per due ragioni, una strutturale ed una religiosa: l’oculo aperto serviva ad alleggerire il peso dell’enorme struttura, che altrimenti non avrebbe retto, ma oltre questo, rappresentava anche uno spazio attraverso cui gli dei potevano comunicare.

La leggenda dell’oculo da cui non passa l’acqua

Il tema dell’oculo del Pantheon è un tema piuttosto discusso. Sin dall’antichità, si dice che dall’oculo non passi l’acqua; in realtà, è un fenomeno causato dalla corrente d’aria ascensionale che nebulizza le gocce di pioggia, inoltre i fori di scolo sul pavimento evitano la formazione di pozzanghere, e ciò contribuisce ad illudere l’occhio che piova meno o non piova proprio. Oltretutto, l’oculo del Pantheon aveva anche una funzione legata agli studi astronomici, infatti, la luce che entrava dall’oculo serviva ad illuminare determinati punti dell’edificio, i quali indicavano la stagione in cui si era.

 

 

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Le tombe

Dal Rinascimento in poi, il Pantheon fu usato come luogo di sepoltura, soprattutto di celebri artisti, infatti ancora oggi possiamo trovare le tombe di Raffaello Sanzio, Annibale Carracci, Baldassarre Peruzzi e Arcangelo Corelli. Inoltre, il Pantheon è luogo di sepoltura dei primi due re d’Italia: Vittorio Emanuele II e suo figlio Umberto I.

Il Pantheon: un modello super imitato

Il meraviglioso Pantheon fu di ispirazione (anzi, fu proprio copiato) per molti architetti nel corso dei secoli, sia Europei che oltreoceano. In Italia i monumenti più celebri ispirati al Pantheon di Roma sono sicuramente: il Pantheon del cimitero monumentale di Genova, la chiesa della Gran Madre a Torino, il Teatro Massimo di Palermo, la chiesa di San Francesco di Paola a Napoli (in una delle piazze più famose della città, Piazza del Plebiscito), il mausoleo della Bela Rosin a Torino (una vera e propria miniatura del Pantheon). All’estero abbiamo il British Museum, l’Università della Virginia e molti altri..!

 

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fonti principali da: wikipedia